SOLKY. Due sillabe sono state una città. Il metallo, l’economia, la vita di un popolo. Plasmare dalla terra una civiltà, un’arte, una testimonianza significa partorire idee, elaborare tecniche, scoprire un metodo. SOLKY. Come solchi. Cioè terra impastata di sudore, rughe sui volti di gente di mare, viscere cercate sotto terra. Ma anche onde, nuove strade aperte, dialogo con gli altri. Dialogare con gli altri significa mostrare, portare immagini nuove di luoghi ancora da scoprire. Questo è stato fatto. Assistere alla proiezione di un documentario come questo significa veder fissate da uno strumento di oggi la storia e le tradizioni millenarie di un’isola. Cioè, ancora, plasmare dalla terra una civiltà, un’arte, una testimonianza. Significa scoprire una strategia di valorizzazione del territorio, delle sue risorse umane, ambientali e archeologiche, aprire al turismo. Cioè, ancora, partorire idee, elaborare tecniche, scoprire un metodo. Salvatore Sardu è riuscito nel suo intento. Ha reso in immagini ciò che forse, a parole, sarebbe stato difficile spiegare. Ha esaminato, riflettuto, osservato. Infine condensato, tagliato, spogliato. Ha inciso. Come gli aruspici, ha letto nelle viscere un messaggio per il domani.
Dott. Bruno Asili Centro Regionale di Programmazione
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